Dalla nascita alla maturazione completa (intorno ai 15-18 anni), il corpo umano subisce molte modifiche e la corretta postura in piedi è fondamentale per una coordinazione motoria ottimale, con la prospettiva di iniziare la vita adulta mantenendo uno stato di benessere il più a lungo possibile.
Detto ciò, appare chiaro che i piedi dei nostri figli meritano una speciale attenzione poiché è importante prevenire che una condizione fisiologica caratteristica dei primi anni di vita, il piede piatto, diventi patologica.
Il piede piatto
Il piede pronato
Come correggere il piede con problematiche di appoggio
Conclusione
1. Il piede piatto
I bambini di regola iniziano a camminare dai 12 ai 18 mesi e sin da questi momenti il pediatra valuta l’appoggio dei piedini ponendovi maggiore attenzione con controlli periodici ai 3 anni, ai 6-7 anni e ai 12 anni (quando avviene la formazione dell’arcata plantare) fino a maturazione ossea.
Il piede è definito piatto quando in stazione eretta presenta una volta plantare ridotta o assente. Tutti i bambini hanno alla nascita un piede piatto flessibile il cui arco si sviluppa progressivamente con l’età, a cominciare dai sei anni.
Il piede piatto può essere, dai 6 anni in poi, strutturato (di origine congenita, quindi non modificabile in modo conservativo, molto raro) o adattativo (secondario a difetti posturali e ad altre patologie).
In questo secondo caso, mano a mano che il piede cresce, più che alla morfologia dell’arco plantare si dà attenzione alla posizione del retropiede: quando la parte posteriore del piede è ruotata verso l’esterno si parla di calcagno valgo, il quale può essere associato ad una riduzione dell’arco dell’avampiede che viene ruotato in senso opposto, con un movimento di pronazione.
2. Il piede pronato
Il piede pronato è, quindi, quella condizione clinica in cui il valgismo del calcagno (cioè lo spostamento verso l’esterno del retropiede) causa una cedimento verso l’interno di tutto il resto del piede (pronazione) cambiando l’appoggio del piede a terra e distribuendo in modo errato i carichi su tutto l’arto inferiore.
É infatti abbastanza intuitivo come una diversa postura del piede vada a modificare anche la posizione ed il lavoro muscolo –tendineo delle articolazioni al di sopra di esso, come il ginocchio e l’anca. Nella vita adulta le conseguenze del piede pronato comprendono alluce valgo, dita a martello, fasciti plantari, metatarsalgie, tendinopatie (soprattutto a carico del tendine del muscolo tibiale posteriore), artrosi e crollo della volta plantare. Quando il piede piatto è molto marcato, anche l'articolazione del ginocchio si adatta a questa condizione, strutturandosi in valgismo.
Le cause del piede pronato sono ancora sconosciute ma sappiamo per certo che la sua formazione è fortemente influenzata dal tendine di Achille la cui rigidità sembra influenzare più frequente lo sviluppo di un calcagno valgo.
Le cause del piede pronato possono essere molte, le principali sono:
· tendine d’Achille corto.
· l’iperlassità costituzionale.
· il sovrappeso.
· la scarsa attività fisica.
· esecuzione del passo e della corsa in modo scorretto (a punte in fuori).
· l’uso di scarpe non fisiologiche.
Il piede è un organo di movimento e la sua maturazione corretta è legata alla giusta esecuzione del movimento stesso, per cui è fondamentale porre l’attenzione sulle capacità motorie del bambino che, se necessario, deve essere correttamente educato. Di fondamentale importanza è saper giocare: correre, saltare, camminare scalzi su terreno accidentato, saltare la corda, andare a zoppino, camminare con un piede davanti all’altro come gli equilibristi e muoversi in modo spontaneo.
E’ importante precisare che, poiché il piede del bambino piccolo evolve spontaneamente con la crescita verso la normalità, non è utile in concetto di prevenzione (o di scarpe preventive/plantari) ma si raccomandano solo scarpe fisiologiche adeguate che accompagnano un autonomo sviluppo del piede (scarpe con tallone contenuto, pianta sagomata e corretta distribuzione del peso).
3. Come correggere il piede con problematiche di appoggio
Se si rientra nel quadro patologico e la pronazione è intercettata in epoca utile, dai 6-7 anni di età, può essere opportuno ed estremamente utile intraprendere un percorso di correzione con un programma di esercizi mirati all’acquisizione del passo a quattro tempi e delle varie andature (sulle punte, sui talloni, ecc), alla correzione dell’assetto del retropiede, al raggiungere l’equilibrio su un piede solo e all’allungamento del polpaccio con il tendine di Achille.
Talvolta, nelle forme persistenti o non indagate precedentemente, intorno ai 10-12 anni di età può essere proposta la correzione chirurgica: ad esempio in occasione di un rapido accrescimento puberale non accompagnato da un controllo posturale adeguato oppure in occasione di aumento di attività sportive, se iniziano a comparire sintomi dolorosi con malessere e dolorabilità sul tallone e/o bordo interno del piede. L’indicazione alla correzione chirurgica si può porre anche quando il piede pronato ha scarsa correggibilità ai test funzionali anche in assenza di dolore e non ha risposto al trattamento riabilitativo.
E buona regola accompagnare alla correzione chirurgica una buona correzione posturale e un apprendimento del corretto schema del passo in modo da non avere recidive.
4. Conclusioni
E' importante stare attenti allo sviluppo posturale globale dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze in crescita ed intervenire in modo tempestivo nella correzione e nello sviluppo motorio, in modo da aiutarli/e a prendere coscienza di sè prevenendo problematiche croniche già in età giovanile e provando ad evitare le conseguenti sintomatologie dolorose che possono diventare invalidanti in età adulta.
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