Il comune mal di schiena, o lombalgia, è la patologia del sistema muscolo scheletrico che porta più spesso il paziente a richiedere un consulto al personale sanitario. Il 7% delle visite ambulatoriali dei medici di medicina generale (MMG) è riferibile alla lombalgia, che ogni anno determina la perdita di 4,1 milioni di giornate lavorative.Inoltre in base allo studio condotto dal Prof. Bruce Walker della James Cook University (Australia) in ui ha preso in esame i casi di mal di schiena dal 1966 al 1988 è risultato che la lombalgia può affliggere fino all’84% della popolazione, causando forte disabilità sociale e lavorativa.
I fattori di rischio per sviluppare il mal di schiena sono molteplici:
il fumo
il sovrappeso
i lavori pesanti in cui si compiono movimenti ripetuti
l’inattività o all'opposto l’attività fisica molto intensa
posture errate mantenute troppo a lungo
stress eccessivo
Come posso curare il mio mal di schiena allora?
In questo articolo vedremo come l'Osteopatia può venirci incontro per risolvere la lombalgia grazie al suo approccio globale che ha verso la persona.
1. Cos'è l'Osteopatia: definizione e principi fondamentali;
2. Tipologie di mal di schiena;
3. Valutazione e trattamento osteopatico.
1. Cos'è l'Osteopatia: definizione e principi fondamentali
L' I.S.O. (Istituto Superiore di Osteopatia) definisce nel seguente modo l'Osteopatia: “un sistema consolidato di assistenza alla salute che si basa sul contatto manuale per la valutazione, la diagnosi ed il trattamento della persona. Si tratta di una terapia manuale, complementare alla medicina classica, incentrata sulla salute della persona piuttosto che sulla malattia; si avvale di un approccio causale e non sintomatico (spesso infatti la causa del dolore trova la sua locazione lontano dalla zona dolorosa), ricercando le alterazioni funzionali del corpo che portano al manifestarsi di segni e sintomi che possono poi sfociare in dolori di vario genere”.
I principi dell'Osteopatia sono i seguenti:
l'essere umano è un'unità dinamica di funzioni interagenti fra loro;
il corpo possiede meccanismi di autoriparazione e rigenerazionela;
la struttura e la funzione del corpo sono correlate fra di loro.
L'Osteopatia ricerca la primarietà della causa del sintomo, lavora sulla causa scatenante e non sul sintomo, il quale può essere il dolore ma anche una difficoltà nell' eseguire un movimento, un senso di rigidità di un segmento corporeo eccetera.
L'Osteopatia valuta la così detta “disfunzione osteopatica” cioè una limitazione della mobilità di un distretto o segmento corporeo dovuta ad una molteplicità di cause che dovranno essere valuatate accuratamente attraverso una attenta anamnesi e l'esame manuale.
È bene ricordare che si parla sempre di una restrizione del movimento e mai di un vero e proprio blocco articolare completo e che, tramite le tecniche osteopatiche, non riallineiamo qualcosa che è fuori posto (come molti vogliono far credere!), ma andiamo a ripristinare la mobilità della parte in disfunzione in modo da ripristinare la fisiologica articolarità e stimolare di conseguenza tutti i processi di guarigione. Possiamo suddividere a scopo esplicativo l'Osteopatia in quattro grandi aree, pur tenendo bene a mente che il corpo deve essere visto come singola unità e formato da sistemi interconnessi:
Area Strutturale: dove vengono impiegate le manipolazioni articolari (il famoso crack che a volte sentiamo) allo scopo di ripristinare il buon movimento della struttura. Non sempre usiamo questa tipologia di tecnica; esistono anche tecniche articolari più “dolci” e sarà il professionista a decidere quella più appropriata;
Area Cranio-Sacrale: si occupa dell'asse che va dal cranio all’osso sacro lungo il quale troviamo il sistema nervoso centrale e la partenza del sistema nervoso periferico, coloro che controllano e regolano di tutte le nostre funzioni del corpo;
Fasciale: tratta le disfunzioni del sistema fasciale. La fascia corporea (superficiale e profonda) avvolge tutte le strutture somatiche e viscerali, e funzionalmente include le meningi. Si può dire che la fascia è il materiale che avvolge e collega e sostiene tutte le nostre strutture, inoltre ha anche funzioni biochimiche attraverso le quali permette la diffusione delle sostenza nutritive traspostate dal circolo sanguino e la ricaptazione delle sostanze di scarto del metabolismo;
Viscerale: può essere considerata parte dell'ostopatia fasciale dato che non tratta gli organi stessi ma le restrizioni di mobilità delle fasce che li avvolgono e li connettono alle strutture di sostegno come le vertebre per l'intestino o il sacro per gli organi pelvici.
Le problematiche della fascia di un organo, si possono riflettere più di quanto pensiamo, sul sistema muscolo-scheletrico sempre a cause delle connessioni anatomiche.
2. Tipologie di mal di schiena
Possiamo suddividere il mal di schiena in due tipologie principali:
acuto, dall'insorgenza improvvisa con forte dolore e durata non superiore solitamente alle 4-6 settimane. Ha cause prevalentemente meccaniche, dovute a traumi muscolari o articolari minori. Nei casi più gravi può essere causata da fratture o ernia del disco.
cronico, che insorge in modo graduale e ha una durata di almeno 12 settimane. Il dolore che caratterizza la lombalgia cronica è meno intenso di quello avvertito in presenza di lombalgia acuta e le cause possono essere squilibri muscolari e fasciali, posture alterate, attività ripetitive usuranti, stress, sovrappeso, disordini alimentari con cattiva digestione, patologie intestinali e molto altro.
3. Valutazione e trattamento osteopatico
Come abbiamo visto sopra grazie all'approccio globale dell'osteopatia possiamo valutare più distretti corporei aventi implicazione nella possibile genesi del nostro mal di schiena.
La seduta inizierà con una serie di domande necessarie per raccogliere le informazioni anamnestiche per poter indirizzarsi verso delle possibili ipotesi sulla causa scatenante la sintomatologia dolorosa.
Seguirà l'esame manuale della zona dolente in cui andremo a valutare la consistenza tessutale per capire se sono presenti restrizioni del movimento della fascia superficiale e profonda e dei segmenti vertebrali in oggetto.
Il tutto per capire lo stato di salute dell'area coinvolta e non è detto che, fatta questa valutazione, si riesca a trovare subito la causa primaria del malessere in questione.
Dobbiamo procedere con la valutazione dei distretti corporei vicini al rachide lombare:
il bacino,
l'anca,
le articolazioni sacro iliache,
il rachide dorsale.
Si proseguirà con la valutazione di alcuni muscoli chiave spesso in disfunzione e capaci di creare sovraccarichi articolari collegati direttamente e indirettamente al rachide lombare:
l'ileo psoas,
il diaframma,
il piriforme,
la fascia del pavimento pelvico (data la forte connessione anatomica, vascolare, organica e neurologica con il tratto lombare),
i muscoli collegati alla fascia toraco-lombare.
Si dovranno anche valutare le tensioni addominali per capire se ci possono essere delle restrizioni di mobilità dei legamenti intestinali che mi possono causare un dolore riflesso a livello lombare, soprattutto nel caso in cui il paziente ci riferisca sofferenza di dolori intestinali ricorrenti, difficoltà di digestione, coliti, stipsi ecc.
Di fondamentale importanza sarà la valutazione del piede per trovare eventuali disfunzioni che potrebbero aver creato compensi ascendenti fino a determinare un sovraccarico lombare e conseguente lombalgia.
Le valutazioni possono essere fatte su più sedute, non è obbligatorio valutare tutto in una volta e non è detto che debbano essere valutati tutti i distretti sopra esposti.
Come sempre ogni paziente è unico e unica e individualizzata sarà pertanto la sua valutazione.
Terminata la valutazione il trattamento sarà indirizzato al ripristino della mobilità nei segmenti in restrizione. Per raggiungere lo scopo verranno impiegate una serie di tecniche manuali sia dirette sul segmento in disfunzione, ad esempio se viene riscontrata la limitazione della rotazione di una vertebra si lavorerà per ottenere tale rotazione, sia indirette su strutture più distanti, ma in connessione neurofisiologica diretta, come il rilascio di un'emicupola diaframmatica in spasmo usando una tecnica muscolare inibitoria al fine di ridurre la trazione che mi esercita sul corpo della seconda vertebra lombare sede del dolore in questo esempio. Anche per quello che riguarda il trattamento saranno scelte le tecniche più idonee per il paziente siano esse delle manipolazioni articolari più “aggressive” o delle tecniche fasciali dolci di rilascio delle tensioni superficiali o profonde.
A conclusione possiamo dire che l'osteopatia può aiutarci a risolvere molte lombalgie croniche e acute. Al fine di mantenere e stabilizzare nel tempo i risultati ottenuti durante il trattamento in ambulatorio riteniamo fondamentale abbinare al trattamento osteopatico l'esercizio terapeutico da far eseguire al paziente a domicilio fin dalle prime sedute se la sintomatologia lo permette oppure in una fase successiva in base alla reattività dei tessuti.
Fonti
Walker BF, The prevalence of low back pain: a systematic review of the literature from 1966 to 1998- J. Spinal Disorder 2000 Jun;13(3):205-17.
Classification, Diagnosis, andTreatment of Low Back Pain, JMAJ 47(5): 227–233, 2004
Greenman – Destefano, Principi di medicina manuale, Futura Publishing Society, 2012
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