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Neuropsicomotricità, ma cosa è?



1. Cosa è la neuropsicomotricità dell’età evolutiva?

2. Chi è e cosa fa il neuropsicomotricista (TNPEE)?

3. Quando interviene il TNPEE?

4. Dove svolge la sua professione il neuropsicomotricista?


1. Che cosa è la neuropsicomotricità?


Probabilmente non tutti avranno sentito parlare di questa professione, e comunque, anche quando la si conosce direttamente o indirettamente, a molti ancora risulta poco chiara e definibile.

Nonostante questo, alla luce della sua peculiare specializzazione in età evolutiva, risulta fondamentale delinearne il ruolo e gli aspetti principali.


La neuropsicomotricità nasce a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, origina primariamente dalla disciplina della psicomotricità, ma negli anni si sviluppa integrandosi fortemente con le neuroscienze, e nel gennaio 1997 in Italia diviene una laurea sanitaria facente parte delle professioni sanitarie della riabilitazione; nello specifico Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE), attualmente corso di laurea attivo in vari dipartimenti italiani.

La neuropsicomotricità è, quindi, una professione sanitaria che conduce attività di prevenzione, educazione, abilitazione e riabilitazione nei confronti dell'età evolutiva, intervenendo sin dai primissimi giorni di vita del bambino, accompagnandolo nelle diverse fasi dello sviluppo e della crescita fino al compimento della maggiore età.


2. Chi è e cosa fa il neuropsicomotricista?


Il neuropsicomotricista, in quanto figura sanitaria, prosegue nella sua formazione pediatrica e neuropsichiatrica infantile, per rimanere costantemente aggiornato delle recenti evidenze scientifiche.

Il fondamento di questa figura è la capacità di porre al centro della sua attività l'unione tra mente e corpo, nella pratica egli si affida all’osservazione globale dello sviluppo del bambino dando rilievo alle necessità legate alla crescita e ai suoi bisogni individuali, siano essi patologici o meno.

Il TNPEE, inoltre, lavorando a stretto contatto con soggetti in continua evoluzione, lavora nell’ottica necessaria di includere il contesto ambientale in cui il bambino vive quotidianamente.


Per lo stesso concetto, sono molti gli aspetti con cui lavora il neuropsicomotricista, questi risultano tra di loro estremamente interconnessi e difficilmente scindibili: dallo sviluppo motorio viene coinvolta la dimensione cognitiva, quindi la componente comunicativo-relazionale del bambino, ma al tempo stesso inevitabilmente la componente affettiva e, in modo unico e caratteristico, analizza ed integra lo sviluppo dei sistemi sensoriali.


Il professionista, negli anni di formazione teorico-pratica acquisisce competenze specifiche per poter entrare in relazione con i suoi piccoli pazienti e, partendo dalle competenze e dagli interessi del bambino, lo accompagna nel percorso di crescita.

Questo lavoro viene svolto nel rispetto continuo dei suoi punti di difficoltà, ma soprattutto nel potenziamento di quelli che invece sono i suoi punti di forza.





Si potrebbe dire che il neuropsicomotricista si affidi ad un motto speciale:

Il gioco è una cosa seria!”.

Non esiste concetto più vero e più reale di questo, che si propone di utilizzare il gioco come strumento primario nell’approccio al piccolo. Ed è così che il TNPEE non utilizza strumenti esclusivi, ma è consapevole che un’esperienza possa diventare vincente nel suo complesso lavoro col soggetto in crescita. È per questo che una qualsiasi attività finalizzata venga offerta, se scelta e proposta in modo accurato e consapevole, può divenire il mezzo più appropriato, specialmente se riesce a mantenere costante la motivazione e il divertimento del bambino, coinvolgendolo a pieno.


In una stanza neuropsicomotoria possiamo quindi trovare materiale morbido, giochi per diverse fasce d’età, tappeti per la libertà di movimento dei più piccoli, ma anche materiale di uso quotidiano che lo specialista ha accuratamente modificato per scopi precisi, in sintesi, è uno spazio di vera e propria esplorazione.




3. Quando interviene il TNPEE?

Come già detto, questa figura risulta ancora poco conosciuta, è quindi obiettivo di questo articolo definire alcuni aspetti di attività del neuropsicomotricista, in quanto sono diverse le aree di interesse che possono coinvolgerlo. Cercheremo di trasmettere come il TNPEE possa fornire un aiuto concreto in diverse condizioni e situazioni, anche di varia entità, approfondendo vari aspetti di vita del soggetto.


La neuropsicomotricità si occupa di:


Prevenzione


Sia in contesti privati che pubblici, negli ambienti scolastici (asili nido e scuole dell’infanzia), col fine di proporre a bambini molto piccoli strumenti idonei e corretti per lo sviluppo, costruendo una forte rete con il sistema scolastico e ponendo le base per un supporto specifico alla scuola, qualora se ne presenti la necessità.

Per prevenzione si intende un lavoro specifico per l’età del bambino, spesso anche svolto in piccolo gruppo se è l’età giusta per imparare a condividere con gli altri, che possa proporre occasione di esperienza globale (motoria, sensoriale, comunicativa, relazionale…), in modo coerente con le tappe di sviluppo.

Viene data, inoltre, molta importanza all’esperienza sensoriale sugli oggetti e sull’ambiente, sperimentando in diversa misura i cinque sensi e il loro ruolo nella crescita. Per questo, l’ambito della prevenzione si affianca facilmente a quello dell’educazione;


Educazione


Attraverso consulenze familiari vengono forniti consigli, informazioni e spunti su come affiancare al meglio lo sviluppo del bambino nelle diverse fasi della crescita; sia esso in epoca neonatale e nei primissimi anni di vita vengono proposti accorgimenti in termini di sicurezza dell’ambiente, di scelta dei giochi, di idoneità degli strumenti utilizzati nella quotidianità, delle giuste posture da assumere nei primi mesi o delle corrette modalità d’interazione-comunicazione da utilizzare.

Procedendo coerentemente con lo sviluppo individuale del soggetto si riesce a fornire in questa dimensione supporto a padri, madri, ma anche familiari non appartenenti al nucleo o semplicemente adulti che si trovino ad affrontare difficoltà nell’ affiancare il bambino durante il suo sviluppo, con tutto il bagaglio di timori e dubbi che questo può comportare.


Il TNPEE non ha l’obiettivo di sostituirsi al genitore, anzi, si affianca e lo sostiene per poterlo rendere consapevole delle scelte più opportune ed efficaci per il bambino.

Proseguendo nell’accompagnamento allo sviluppo, in epoca prescolare e scolare può essere favorito l’adattamento del bambino ai contesti di vita, favorendo l’agire su ciò che lo circonda, per promuovere sia la sfera cognitiva che quella comunicativo-relazionale;


Abilitazione e Riabilitazione


Nello specifico, quando il professionista sanitario lavora in questa area fornisce trattamenti per bambini con diverse tipologie di disabilità, tra i quali si individuano: il ritardo globale di sviluppo, i disturbi della coordinazione motoria, i disturbi sensoriali e i disturbi neuromotori, i disturbi dello spettro autistico, le disabilità intellettive, i disturbi dell’attenzione, i disturbi della regolazione, i disturbi della relazione e della comunicazione verbale e non verbale, i disturbi dell’apprendimento, i disturbi neurologici o derivati da sindromi genetiche che causano disfunzioni e disabilità.


In questo ampio contesto la figura del TNPEE, oltre a fornire osservazione, valutazione per mezzo di test standardizzati e la stesura di piani di trattamento specifici, persevera nell’affiancamento genitoriale e vede come obiettivo primario l’autonomia del bambino, nell’ottica del benessere globale del piccolo e della sua famiglia.





4. Dove svolge la sua professione il neuropsicomotricista?


Facendo parte dei professionisti sanitari della riabilitazione, il TNPEE può lavorare in strutture di diverso tipo, sia private che pubbliche, come: reparti ospedalieri, centro diurni per la riabilitazione ma anche strutture educativo-assistenziali e, come già accennato, all’interno di contesti scolastici.


Data l’importanza di questa figura, il nostro studio mette a disposizione una nuova collaborazione che nasce proprio dal bisogno di affiancare i genitori, fornendo loro uno spazio in cui affrontare i propri dubbi, le perplessità, le curiosità e le preoccupazioni. Qualsiasi quesito sullo sviluppo potrà essere affrontato con una terapista dell’età evolutiva che condividerà la propria formazione e passione per i più piccoli.



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